Le feste di fine anno sono un momento atteso da molti, fatto di luci, incontri, tradizioni e qualche pausa dallo stress quotidiano. Eppure, per tantissime persone, questo periodo è anche fonte di ansia, frustrazione e pressione sociale. Uno degli aspetti meno noti ma più dannosi di questo “bagliore festivo” è il modo in cui si parla delle feste stesse. Secondo psicologi e ricercatori del comportamento, ci sono certe frasi — apparentemente innocue — che si ripetono ogni anno e che, in realtà, trascinano con sé messaggi psicologicamente tossici.
Gli esperti chiamano questo fenomeno “positività tossica”: la tendenza a insistere sul fatto che si debba essere felici e ottimisti ad ogni costo, anche quando la realtà personale è diversa. Durante le feste, non è raro sentire espressioni come “È Natale, sii felice!” o “Le feste sono il miglior periodo dell’anno”. Anche se queste frasi sono spesso pronunciate con buone intenzioni, finiscono per controllare come le persone si sentono legittimate a esprimere emozioni autentiche. In parole povere: se non ti senti felice, potresti arrivare a pensare che ci sia qualcosa che non va in te.
Immagina di sederti a tavola con la famiglia e sentire più volte: “Non essere triste, è una festa!”, oppure ricevere messaggi di auguri che ti invitano a “dimenticare tutto e goderti il Natale”. Queste frasi, pur sembrando positive, possono creare una sorta di pressione emotiva che minimizza esperienze interiori reali, come la solitudine, il dolore per una perdita recente, la difficoltà economica o il semplice desiderio di pace anziché di euforia.
La psicologia ci insegna che respirare e accettare le emozioni per quello che sono — senza giudicarle — è fondamentale per il benessere mentale. Forzare continuamente uno stato d’animo “felice” può far sentire chi non lo è come se fosse “fuori posto”. Gli esperti sottolineano che è molto più sano dire, ad esempio: “So che questo periodo può essere difficile per te, e va bene sentirsi così.” Questo tipo di frase apre uno spazio di ascolto genuino, piuttosto che una costrizione emotiva.
Un altro modo in cui la positività tossica si manifesta è nel linguaggio legato ai buoni propositi. Espressioni come “Nuovo anno, nuova vita” possono involontariamente suggerire che il passato sia da “buttare via” e che serva una sorta di reset totale per essere felici. I terapeuti suggeriscono di riformulare questi pensieri in termini più gentili e realistici, ad esempio: “Il nuovo anno può essere l’occasione per alcune piccole scelte che ti fanno stare meglio”.
Infine, il linguaggio delle feste può anche nascondere una sottile pressione sociale che riguarda lo shopping, la convivialità e le aspettative familiari. Commenti come “Non vedo l’ora di fare festa con tutti!” possono essere benintenzionati, ma per chi attraversa un momento di stress o isolamento possono generare un senso di esclusione o ansia anticipatoria.
Le feste dovrebbero essere uno spazio di autenticità, non di perfezione emotiva imposta. Gli esperti indicano che promuovere conversazioni sincere, senza giudizi su come ci si sente, è uno dei regali più belli che possiamo farci e fare agli altri. E proprio perché le parole modellano il nostro modo di vivere le relazioni, scegliere il linguaggio giusto può rendere le feste più reali, più umane e, alla fine, più serene.
Avere l’armadio sempre disordinato è una situazione molto più comune di quanto si pensi. C’è…
Ogni fine anno c’è una domanda che prima o poi ci facciamo tutti: come cadono…
Ricaricare lo smartphone è un gesto talmente quotidiano che spesso non ci facciamo più caso.…
Chissà quante volte, aprendo la tazza del water, ti sei trovato davanti a quelle fastidiose…
Il 2026 segna un anno di svolta importante per gli automobilisti italiani. Dopo anni in…
Quando arriva l’inverno cambia tutto: l’aria si fa più fredda, la pelle si secca e…